Personale di Laura Tondi

dal 25 giugno all’8 luglio 2016 

  Libreria Odradek  via dei Banchi Vecchi, 57  Roma

 

 

La prima personale di Laura Tondi a Roma allestita nello spazio della storica libreria Odradek, presenta una serie di lavori pittorici che coprono il periodo dal 2013 al 2016.

Nata a Siena e laureata in Lettere inizia la professione di insegnante d’asilo nido e quella di disegnatrice botanica. Successivamente approfondisce la ricerca con l’incisione e la pittura. Trova in artisti come Klee, Matisse, Afro e Burri fonte di studio e di stimoli e in questa mostra possiamo riconoscere il suo amore per Paul Klee.

Racconta di sé in una mia recente intervista: “…spesso comincio da un segno, da una idea o un accordo di colori che mi vengono in mente, magari per un filo di pensiero o una immagine che ho visto o una storia che ho sentito. Ci sono dei lavori che si fanno da soli, li comincio e in poco tempo, a volte ore, sono finiti e non c’è più niente da fare, come ad esempio Tempo sospeso. Altri partono con calma, hanno una architettura generale ma poi durano magari mesi, alla fine non c’è più niente della stesura originale, ci sono moltissimi strati e a volte smetto per “disperazione”, potrebbero essere infiniti, è come se continuassero a crescere. E’ il caso di Manuale per naufraghi o Isole vaganti nel tramonto della città. Altri stanno fermi per mesi, apparentemente finiti, poi un giorno li guardo ed è come se sopra ci vedessi forme e colori da mettere e li metto, cosa che è accaduta con Mi avvolgo in questa notte di buio e pezzi d’oro” e ancora, più specificatamente riguardo ai lavori in mostra: “Non costruisco una composizione specifica, ci sono forme che poi chiamano altre forme per armonia, o per contrasto e c’è un momento in cui il quadro è finito, non c’è più niente che sia possibile fare. A volte preparo un fondo, ad esempio per Solitudine silenziosa ero certa che volevo mettere molto bianco, ma il bianco di titanio, parlo di olio, è freddo, rigido. Allora ho messo un fondo omogeneo rosa e il bianco è venuto come volevo.” E l’armonia compositiva e l’impatto emotivo che Laura Tondi riesce a creare è di grande spessore.

Anche la scelta dei titoli, di forte evocazione letteraria, chiama ad una lettura delle opere accompagnata dalla parola ‘sonorità’, trasportando chi guarda l’immagine in quella rarefatta e densa dimensione propria della musica e della poesia.

Ne viene fuori un lavoro che arriva in profondità con quella capacità, propria dell’artista, di rappresentare l’invisibile e la realtà non cosciente.

Emiliano Serafini

www.lauratondi.it

 

Le fotografie del vernissage sono di Stefano Giorgi