Le porte dell’invisibile

     Maria Rita De Giorgio, pittrice e scultrice, che molti di noi conoscono dalla mostra realizzata ad agosto a Castel Sant’Angelo, e che ora sta esponendo in una grande personale ad Abu Dabi fino ad aprile.
Qui da noi, invece, dopo il grande e gioioso arazzo presente nel giardino, ci propone nella sala “arancione”, una piccola scultura sospesa, Janus, splendida testimonianza della sua ultima produzione, e due filoni che si intrecciano tra loro.
Il primo riguarda le immagini che parlano di quell’Africa magica e misteriosa che ha tanto stimolato la sua curiosità e che l’ha spinta in una ricerca testarda sulle origini, portandola a scoprire e riscoprire suoni e colori  primordiali di quel continente, in cui Rita è vissuta per tanti anni.
Il secondo raccoglie alcune opere pittoriche ispirate alla musica jazz e al blues e ai loro autori-compositori di origine africana, come Miles Davis, Charlie Parker, B. B. King, John Coltrane, Charles Mingus e tanti altri grandi artisti che hanno saputo trasformare quella musicalità istintiva che è insita nel loro DNA dalla notte dei tempi in un linguaggio universale che continua ad arricchire l’umanità.
Ed ora Roberta Pugno e i suoi intensi personaggi che, con i due libri, protagonisti di SCRITTURA INTERNA, popolano questa sala.
TIAMAT, la dea madre della mitologia assira, colei da cui nacque la “solida terra” e il cielo con le sue costellazioni, SIMILDE, la fiera principessa, amata per sempre da Re Laurino, PARTITA A SCACCHI, il volto di uno sconosciuto che ci sfida al confronto, e poi FIGURA MASCHILE, lui, quello bello, che se ne va. E poi ancora l’acqueo sorriso del VOLTO BLU e la fierezza antica del POETAGUERRIERO.
In fondo, immerse nella densa parete, le immagini astratte.
ASTROLABIO, lo strumento inventato da Ipazia per calcolare il tempo e conoscere la posizione del sole e delle stelle, SCIAMANO, un vortice rosso trascina una curva luminosa con una sottile lancia: è la linea che si trasformerà in parola sapiente capace di allontanare gli “spiriti maligni”. Infine ECTODERMA, l’unica opera proveniente dalla recente mostra di Palazzo Venezia, immagine immensa e trasparente che allude al foglietto embrionale esterno da cui prenderanno origine il cervello, la pelle. E la vitalità.
Questa mostra e il concerto del trio romano OTHERWISE, con Diana Torti alla voce, Lucia Ianniello alla tromba e al flicorno e Paolo Tombolesi alle tastiere, sono il miglior biglietto da visita per presentarvi l’Associazione Ipazia Immaginepensiero.
L’esigenza di costituire un’Associazione Culturale per l’arte è nata dal piacere di un gruppo di persone di approfondire e allargare all’esterno un “fare arte” e un “fare cultura” che privilegino la ricerca, il lavoro collettivo e le infinite possibilità di integrazione creativa tra le varie attività espressive: pittura, scultura, musica, poesia, recitazione e forme di rappresentazione le più diverse tra loro, supportate dalla invenzione di nuove dimensioni organizzative e comunicative.
La scintilla è stata la manifestazione “Nasce da dentro” svoltasi a Palazzo Venezia nella primavera dello scorso anno in collaborazione con la Soprintendenza di Roma, una manifestazione che ha visto un ininterrotto  intrecciarsi di immagini e scenografie, di eventi musicali e di teatro.

Il nome dell’Associazione, Ipazia,  è nato da quell’immagine di scienziata ribelle del IV secolo d. C. che Roberta Pugno aveva collocato come il secondo dei due fuochi (il primo era Giordano Bruno) nella  scenografia ellittica della mostra “Nasce da dentro”. Ipazia, stendardo su Piazza Venezia e copertina di un catalogo d’arte, diventa ora simbolo di una ricerca estesa a molti che nasce dal rifiuto del costituito e che vuole cercare nell’irrazionale, anzi…,forse…, nell’irrazionale femminile il suo nucleo dirompente.
E’ in questo percorso che abbiamo incontrato lo scrittore Adriano Petta; e allora, studiando, discutendo e inventando, siamo arrivati  fino alla costruzione di quel breve evento scenico del 21 novembre alla Libreria Amore e Psiche realizzato per la presentazione del  libro, appunto di Petta, “Vita e sogni di una scienziata del IV secolo”.
Ora questo laboratorio d’arte varia sta lavorando per promuovere l’avvincente libro “La pietra nera e il guardiano di Ur” di Silvia Chiodi e Giovanni Pettinato. Riporto dall’ultima  di copertina: “Nell’Iraq sconvolto dalle guerre del Golfo, tra militari, studiosi e predoni di tombe, due straordinarie scoperte archeologiche si trasformano in una avventura pericolosa e inquietante”.
Ecco, ci piacerebbe farne una  presentazione importante, abbinata ad una mostra di artisti provenienti dal Medio-Oriente.
Ma intanto su Ipazia è uscito, per l’Editrice Clinamen, un nuovo libro, breve e con un lunghissimo titolo “Ipazia. Donna colta e bellissima fatta a pezzi dal clero” scritto dal filosofo John Toland nel 1720  e tradotto da Federica Colonna…che è tra noi e salutiamo. Ebbene Toland quasi trecento anni fa diceva cose molto nette sulla Chiesa, da una parte, e sul valore del sapere delle donne, dall’altro “Perchè le donne, dice, non hanno certo pochi motivi per stimare se stesse, e ciò anche perchè è esistita una donna così poliedrica e di incredibile distinzione come Ipazia…per cui gli uomini devono vergognarsi”, oppure “perchè costoro (i sicari istigati da Cirillo) erano mostri che uccidevano in una sola donna l’umanità intera”.
L’impegno primo dell’Associazione è stato promuovere la petizione che chiede che il film Agorà di Amenàbar trovi distribuzione anche in Italia…ed anzi abbiamo una notizia dell’ultim’ora, da parte di una nota giornalista, che la casa di distribuzione Mikado-Film farà uscire Agorà alla fine di aprile.
E’ nostra intenzione creare, in collaborazione con altri soggetti culturali ed istituzionali, una proiezione in anteprima seguita da un dibattito pubblico.
Ritornando all’inizio, al discorso delle finalità, quello che sintetizzando abbiamo chiamato “il rifiuto del costituito”, sentiamo fondamentale che l’Associazione si apra a quanti lavorano per esprimere qualcosa di proprio e che vogliono sperimentare un approccio collettivo basato sull’idea che “il gruppo aumenta le varie identità, non le indebolisce”. E’ il vita tua vita meacontrapposto al mors tua vita mea. Alla logica razionale che dice che se vengo anch’io ti tolgo qualcosa contrapponiamo “Se vengo anch’io porto qualcosa di nuovo…e magari ti seduco”.
A questo proposito vogliamo ricordare un altro evento: il debutto dell’Orchestra di sole donne del 41° Parallelo allo Studio dell’Auditorium Parco della Musica  il 20 dicembre scorso, un incredibile organico di diciassette donne diretto dal maestro Stefano Scatozza, tra cui  Lucia Ianniello.
Parecchie sono le idee e i progetti su cui stiamo lavorando: intendiamo dare forma pubblica, a breve, alle riflessioni avviate all’interno del gruppo iniziale, e speriamo arricchite da nuovi contributi, sul secondo elemento del titolo dell’Associazione: l’immagine e il pensiero.
Cos’è l’immagine. Cosa è il pensiero… Discorsi difficilissimi…
Allargare la bibliografia raccolta in questi mesi su Ipazia e il suo periodo storico è un nostro progetto preciso, per trasformare questa prima raccolta bibliografica in una vera e propria “Biblioteca d’Alessandria” dedicata all’arte, a quell’arte che non conosce pregiudizi e religioni.
Proposta che intendiamo continuare a sviluppare anche nella dimensione cinematografica.
Ci vogliamo poi far accompagnare da una ricerca etimologica che riguarda le parole e i termini stimolanti che via via incontriamo, per evidenziarne la storia, le radici spesso assai sorprendenti, i suoni e  le immagini che sottendono, perchè il linguaggio è ricerca.
Per organizzare e far conoscere tutto questo ci siamo dotati di un sito e di un blog, cui potete accedere per informarvi… e informarci.
Aspettiamo da voi suggerimenti, integrazioni, proposte…
Concludendo, ma alla fine ho lasciato forse la cosa più importante, voglio dire che tutto questo ruota intorno ad un’idea molto chiara di “arte”.
E qui stralcio subito una definizione dallo Statuto, esattamente dall’articolo 4: un’arte intesa come espressione di fantasia che nasce dalle dimensioni umane più profonde, come attività creativa che realizzi capacità di immagine e pensiero, proprie di una nascita dell’essere umano naturalmente sana.
Come cercare, come proporre quest’arte che si lega alla ricerca del profondo?
In due forme universali, mi viene da dire, proprie del rapporto interumano: la forma collettiva dello svolgersi delle varie espressività, e la conseguente dimensione rappresentativo-teatrale di quanto si va a proporre, grazie.

Il Presidente
Antonio Di Micco